MARCHESI: UA HUKA

Martedì 31 gennaio alle 6 lasciamo Nuku Hiva per fare rotta sull'isola di Ua Huka. Passiamo questa bella giornata di sole a veleggiare di bolina stretta con un N/E di 15 Kt. Il mare con l'onda formata dal vento ci fa ballare un pò senza ostacolare troppo il nostro cammino. Procediamo velocemente. Sono 35 mn al primo ancoraggio dell'isola ma preferiamo proseguire per arrivare all'ultimo in modo da avere il vento in poppa per ritornare al ritorno. La giornata quindi é interamente dedicata alla navigazione e in 3 bordi percorriamo le 45 mn per raggiungere la baia di Hane (8°55S;139°32W) dove ancoriamo alle 18 proprio mentre il sole inizia a sparire dietro l'orizzonte. La notte la passiamo con un occhio aperto e uno chiuso a causa delle forti raffiche, fortunatamente però senza onda formata.


La mattina sbarchiamo a remi sulla spiaggia nella parte W vicino allo scivolo per le barche. Una bella doccia fresca ci aspetta e saprà regalarci grande felicità nei giorni caldi e soleggiati che passeremo sull'isola. Visitiamo Hane con la sua via principale, il Museo del mare, il centro dell'artigianato, l'infermeria, la posta, la chiesa (con all'interno magnifiche sculture di legno), 2 alimentari e le casette colorate. Chiediamo indicazioni per trovare i 3 tiki in tofu rosso e ci invitano a fermarci al ritorno per raccogliere della frutta. Il sentiero sale nel bosco e facciamo la prima parte della strada in compagnia di tre ragazzi che vanno a lavorare la copra. In 20 minuti di strada arriviamo ai piedi della lunga scala che ci porta al piccolo sito non restaurato con i famosi tiki. La vista sulla baia é spettacolare.
Al ritorno ci fermiamo da Marianne, Taina e Josef che ci riempiono di frutta fresca. Appena scoprono che siamo italiani ci fanno assaggiare l'uva della piccola vite che fanno crescere in giardino. Dopo una vita passata a lavorare a Tahiti sono tornati nella quiete della loro isola per godersi la pensione. Come dargli torto!
Nel pomeriggio percorriamo i 3 Km di strada che ci separano da Hokatu il piccolo villaggio situato più ad Est. Lungo la strada un belvedere sul motu Hane che sbuca dall'acque e una una vista meravigliosa sull'intera costa dell'isola. Scendiamo al villaggio e facciamo un pic-nic sulla spiaggia. Questo villaggio é ancora più piccolo del primo ma ha comunque il suo museo di petrogliphes, il centro dell'artigianato e la chiesetta. Tutto é curato e pieno di fiori. Fuori dalle case gli artgiani lavorano le loro meravigliose sculture su legno rosso. Il rientro su Coelacanthe é reso difficoltoso a causa dell'onda, formata nel pomeriggio dall'aumentare del vento. Dopo aver salutato gli amici sul net ceniamo in pozzetto in questa baia spettacolare con la luna che illumina le creste nere che ci circondano.
Giovedì 02 febbraio alle 7 siamo sulla strada che porta al villaggio di Vaipaee con il pollice alzato. Non ci sono bus ed é inevitabile trovare un passaggio a quest'ora sull'unica strada che collega i 3 villaggi. Veniamo raccolti dai panettieri dell'isola al rientro del loro giro mattutino. Sono una giovane coppia simpatica che ci accompagna fino alla banchina mostrandoci tutto quello che c'é da vedere del paese. Questo é il primo ancoraggio, un fiordo stretto con alte pareti a picco sul mare, piuttosto affollato. Vediamo la barca dei giovani americani con cui abbiamo passato capodanno, Pacific bliss e incontriamo Pascal e Philippe con i quali organizziamo una gita per domani.
Visitiamo il villaggio, la chiesa con magnifiche sculture di legno, il museo accanto al municipio con incredibili foto e oggetti del passato. Troviamo un interessante raccolte di foto d'epoca delle famiglie dell'isola fatte all'inizio del 900. Restiamo affascinati dai volti di queste persone, i loro sguardi intensi, i corpi ricoperti dai tatuaggi circondati dalla natura selvaggia della loro isola. Pocolontano si trova il panificio così passiamo a salutare i nostri amici che ci regalano dei manghi spettacolari e le famose uova di KAVEKA (sterne) che raccolgono sull'isola degli uccelli TEUAUA (un piccolo motu disabitato). Li ringraziamo per tanta gentilezza e torniamo sulla strada.
Troviamo subito un passaggio fino all'Aboretum che si trova a metà strada tra Vaipaee e Hane. Possiamo visitarlo liberamente e ci dicono di raccogliere tutta la frutta che vogliamo. Come sempre non ce lo facciamo ripetere due volte e riempiamo lo zaino di carambole, aranci e avocadi giganti dalla buccia viola. Una signora piuttosto fuori di testa ci mostra la collezione di legni del mondo mentre ci racconta i pettegolezzi più piccanti sugli abitanti dell'isola. Si incolla come un francobollo a Michele e mi diverto ad osservarla mentre civettuola gli spiega come le donne polinesiane riescono con i loro bouquet di fiori ed essenze a catturare gli uomini e a tenerli legati a loro per sempre... Mi riprendo mio marito e la saltutiamo ringraziandola della sua allegra compagnia. Camminiamo fino all'aereoporto e lungo la strada incontriamo numerosi cavalli in liberà. Per cena ci prepariamo una frittata con le uova di Kaveka che non ci dispiace anche se ha un bizzarro color arancione e un sapore piuttosto selvatico.
Venerdì 03 alle 10 siamo davanti al museo del mare di Hane in attesa di Philippe e Pascal. Non vedendoli arrivare andiamo a fare un giro al villaggio e chiediamo informazioni per raggiungere l'altopiano di Vaikivi. Un ragazzo gentilissimo ci disegna una mappa dettagliatissima. Proprio in quel momento arrivano Philippe e Pascal quindi partiamo insieme a loro per la nostra gita. Raggiungiamo i 3 tiki di tofu rosso, proseguiamo per un sentiero nel bosco che ci porta fino al colle e scendiamo fino a Hokatu. Lungo la stada incontriamo un uomo a cavallo con i due figli in partenza per tre giorni di caccia sull'altopiano. Proseguendo troviamo 3 ragazzi impegnati nella coltivazione di piante e produzione di miele. Ci fermiamo a chiaccherare con loro che ci parlano della vita sull'isola e del loro lavoro. Arriviamo alle 14 al villaggio e andiamo alla pensione di Maurice per mangiare qualcosa. La cucina é chiusa ma lui ci prepara lo stesso due enormi piatti di patatine fritte. Si siede a tavola con noi e lo ascoltiamo mentre ci spiega di come é cambiata la popolazione polinesiana, parla delle abitudini degli anziani dell'isola e del futuro della nuova generazione e della sua terra. Parliamo con Philippe e Pascal del nostro progetto di andare in Nuova Zelanda per fermarci a lavorare e loro ci suggeriscono di provare a Tahiti prima di partire, perché come parte della comunità europea abbiamo agevolazioni per il visto e il lavoro. Ci sembra un ottima idea o per lo meno una volta a Tahiti ci informeremo bene sulle reali possibilità di trovare lavoro. Facciamo un giro al centro dell'artigianato poi ritorniamo ad Hane. Passiamo la serata in pozzetto a discutere su questa nuova possibile alternativa al nostro progetto.
Sabato 04 febbraio siamo a terra alle 7 per trovare un passaggio sulla strada per Vaipaee. Raggiungiamo a piedi il belvedere dove possiamo ammirare l'isola con le sue coste aride bruciate dal sole e le valli verdi fino alle alte cime. Ci carica un signore di Hokatu e conosciamo Marie-Terese una scultrice e il nipote Edouard che ci insegna a dire Kou tau nui (grazie in marchisiano). Ci facciamo depositare al "piccolo cratere" oggi completamente riempito di terra dove incontriamo solo cavalli e capre. Percorriamo il bordo del cratere e ammiriamo la vista spettacolare che si presenta ai nostri occhi.
Ci rimettiamo sulla strada dove incontriamo Tahuata e la moglie che ci accompagnano dalla famiglia di Vaipaee a cui bisogna chiedere le chiavi per accedere alla spiaggia pivata di Haavei. Dopo un ora di marcia sotto il sole circondati da un surreale paesaggio marziano raggiungiamo la spiaggia di Haavei situata ai piedi del "grande cratere". Di fronte a noi vediamo i motu di Hemeni e Teuaua inabitati e riserve naturali. Michele decide di salire sulla cresta del cratere mentre io raggiungo il villaggio. Tornati in barca passiamo il pomeriggio in acqua a fare snorkeling e nonostante la scarsa visibilità incontriamo molti pesci e colorati ricci crayon mentre sulle nostre teste rumoreggiano mille uccelli.
Ua Huka era soprannominata "l'isola dei cavalli" per i numerosi esemplari domestici e in libertà che la abitavano. Purtroppo la grande sicità che di anno in anno riduce progressivamente la vegetazione sull'isola ha ridotto drasticamente la loro presenza. Lungo i sentieri della parte più desertica ad Ovest é facile trovare carcasse di cavalli e capre.


Lunedì 6 alle 7 siamo a terra, ci carica subito un impiegata del comune che ci porta a Vaipaee. Visitiamo con calma il museo e firmiamo il libro d'oro lasciando il nostro commento in italiano. In comune ci lasciano usare il wi-fi liberamente, ne approfittiamo per caricare qualche pagina del sito, controllare la posta e fare un aggiornamento del pc. Alle 15 il comune chiude ma a noi manca ancora un ora per l'aggiornamento, se interrompiamo perdiamo tutto quanto. Stiamo per spegnere quando Colette, la segretaria, insiste per restare con noi fino alla fine dell'aggiornamento. Fortunatamente dopo mezz'ora abbiamo terminato e lei insiste per accompagnarci ad Hane e per finire ci regala una baguette. Visto che é impossibile dire di no la ringraziamo di tutto cuore e penseremo ad un modo per ricambiare. Che generosità unica!
Martedì 7 febbraio andiamo a Hokatu a trovare Marie-Terese e il marito Kare entrambi scultori. Ci accolgono calorosamente ben contenti di mostrarci il loro laboratorio e i loro capolavori. Kare ci spiega tutti passi della lavorazione dal legno grezzo, alla decorazione fino alla cera finale. Loro non espongono al centro dell'artigianato come la maggior partedegli sculturi ma vendono i loro prodotti ad un intermediario che rivende poi sul mercato di Tahiti. Le sculture sono originali pur rispettando i motivi tradizionali, ci piacciono molto e gli compriamo un tiki, una manta e un coltello di legno con un tiki intagliato nel manico. Appena tiriamo fuori i regali che abbiamo portato per loro (t-shirt e cappellini) si iluminano di felicità e ci regalano due tartarughe e una scatola piena zeppa di frutta e verdura. Dopo una mattinata in loro compagnia rientriamo ad Hane passando per il sentiero nel bosco all'ombra delle alte piante.
Mercoledì 08 febbraio di buon ora siamo a terra e partiamo per raggiungere l'altopiano di Vaikivi. Armati della nostra artigianale mappa dettagliatissima ci inoltrimo decisi nel bosco dove il sentiero é decisamente verticale. Dopo 1h di cammino siamo in vetta e ci prendiamo il tempo di una pausa acqua e banane per gustarci il paesaggio conquistato. A questo punto il sentiero scende verso il cuore dell'isola e risale nell'altopiano interamente ricoperto di vegetazione. Dopo ore di cammino non riusciamo a trovare le petrogliphes (pietre incise) e decidiamo di tornare verso Hane prima che faccia buio. Siamo contenti della bella giornata e della lunga camminata. Dopo una fresca doccia in spiaggia andiamo in barca a goderci il meritato riposo.
Giovedì 09 sforniamo la torta preparata per Colette (la gentilissima segretaria del comune) e partiamo per Vaipaee. Oggi é previsto l'arrivo dell'Aranui e per l'occasione é stato allestito un comitato di benvenuto sul molo. Danze, musica e ovviamente bancarelle con ogni tipo di pietanza. C'é un grande movimento di persone e ritroviamo tutti quelli che in questi giorni ci hanno dato dei passaggi in macchina, ci sentiamo praticamente a casa. I turisti vengono accompagnati al comune dove visitano il museo e il centro di artigianato. Noi riusciamo a parlare su Skype con la famiglia che non sentiamo da un pò e veniamo a sapere da Laura e Lele che sono in attesa del 5° figlio! Che bella notizia e poi dicono a noi che siamo coraggiosi? Bravi! Troviamo al volo un passaggio per Hane viva come non l'abbiamo mai vista per l'imminente arrivo dei turisti. Dei cacciatori di capre radunano il bottino sulla spiaggia. Escono in mare sulle loro barche armati di fucili e sparano alle capre sulle scogliere a picco sul mare. Quando queste precipitano, a loro non resta altro che recuperarle velocemente a bordo. Facciamo un giro al centro dell'artigianato e torniamo su Coelacanthe.
Ua Huka é conosciuta per le sue isole degli uccelli, i motu di Teuaua e Hemeri, isolotti inabitati rifugio per migliaia di sterne. Su Heremi é vietato l'accesso per proteggere la specie mentre gli abitanti dell'isola si recano periodicamente su Teuaua per raccogliere le uova che vengono distribuite a tutto il villaggio.
Martedì 14 febbraio dopo aver fatto il pieno di acqua e un ultima doccia sulla spiaggia di Hane leviamo l'ancora e facciamo rotta sul motu Teuaua a 6 mn di distanza. Percorriamo a vela tutta la costa di Ua Huka e possiamo ammirare le sue insenature con i fiordi dalle scogliere a picco sul mare. Ancoriamo davanti a Teuaua alle 12 e ci prepariamo per questa piccola avventura. Raggiungiamo con il dinghy una specie di piattaforma sulla roccia a 3 metri dal mare sulla quale ci arrampichiamo con l'aiuto di una corda. Fino a qui tutto bene, Michele lega la Ferrari poi mi raggiunge. A questo punto bisogna arrampicarsi sulla parete di roccia alta 6 metri. Michele prende lo zaino e sale senza esitazione. Io ci provo e ci riprovo ma come risultato ottengo solo quello di sgraffignarmi tutta. Non ho forza nelle braccia e soffro un pò di vertigini. "Inutile non riesco vai tu e fai le foto anche per me" dico spazientita dopo diversi tentativi. Rimango seduta sulla piattaforma a dirmene quattro perché sono stata imbranata e fifona quando sento Michele tornare. "Lara é troppo bello devi venire, ho un idea!" Tira fuori dallo zaino una cima mi lancia un capo da legarmi intorno alla vita come sicurezza. Mi faccio coraggio e inizio a salire continuando a ripetere "tienimi, tienimi" e finalmente anche io sono in cima. Evviva! Ora rimane il problema di come scendere ma a questo ci penseremo dopo.
Michele aveva ragione lo spettacolo é lunare, il moto completamente privo di vegetazione é ricoperto di sterne che si alzano in volo al nostro passaggio oscurando il cielo. Il silenzio che regnava prima del nostro arrivo é rotto dai versi assordanti di questi uccelli che in diverse occasioni volano verso di noi con fare minaccioso. Possiamo quindi vederle da vicino e scattare mille foto e filmati. Dobbiamo stare attenti a dove mettiamo i piedi, a terra ci sono nidi con le piccole uova maculate che abbiamo assaggiato giorni fa. Non tocchiamo nulla perché non sapendole riconoscere non vorremmo mai avere la sorpresa di trovarci dentro un uccellino!! Il motu ha un odore acre molto forte per via degli escrementi e di qualche carcassa, fortunatamente il vento rende sopportabile la nostra permanenza. Facciamo tutto il giro del motu e ritorniamo al punto di partenza.
La discesa risulta molto più semplice, Michele mi aiuta sempre tenendomi con la cima di sicurezza e dopo aver calato lo zaino nel dinghy ci buttiamo dalla piattaforma direttamente in mare. Ne approfittiamo per nuotare intorno al motu dove incontriamo un gruppo di piccole manta. Purtroppo l'acqua é torbida e le perderemo presto di vista. Dobbiamo tornare su Coelacanthe, il vento ha rinforzato e dobbiamo cambiare ancoraggio. Ci spostiamo ad Hatuana (8°55S;139°36W) dove troviamo Utopie. La sera siamo sulla loro barca per un aperitivo, loro sono in polinesia da diversi anni, lavorano a Tahiti e gli parliamo della nostra idea di cercare lavoro qui. Ci consigliano anche loro di tentare perché potrebbero esserci delle buone possibilità e ci danno mille informazioni utili.
Mercoledì 15 in mattinata partiamo sulla Ferrari con maschera e pinne in perlustrazione della costa Ovest. Una bianca scogliera a picco sul mare si estende per diverse miglia e a noi sembra un pò di essere in Corsica sotto Bonifacio. Il mare é agitato dalle onde quindi rinunciamo ad un bagno che facciamo intorno alla barca una volta rientrati. Verso le 16 sbarchiamo per fare un giro di perlustrazione a terra. Raggiungiamo miracolosamente la spiaggia sorfando perfettamente su un onda che ci deposita sulla di sabbia bianca. Ritiriamo velocemente la Ferrari e la legniamo ad un albero. Camminiamo verso la scogliera poi prendiamo il sentiero delle capre fino a raggiungere la cima della montagna. La vista é mozzafiato. Possiamo vedere la costa ovest e la punta Tetutu. Restiamo un pò seduti ad ammirare la bellezza di questa isola che ci sta facendo vivere tante belle emozioni. Il sole al tramonto rende il paesaggio dorato e ci ricorda che é tempo di rientrare su Coelacanthe. Passiamo una serata in pozzetto sotto un cielo stellato.
Giovedì 16 alle 5:45 partiamo da Ua Huka per percorrere le 30 mn che ci separano da Nuku Hiva. Siamo dispiaciuti di lasciare questa isola che ci ha regalato giornate indimenticabili. Era da tempo che non ci sentivamo così in armonia con un luogo. Butto nella baia di Hatuana i cocchi vinti al Film Festival di Fakarava felice di sapere che riposeranno sul fondo del mare accanto a questa isola meravigliosa.

Kou tau nui Ua Huka!