TRINIDAD: LAVORI IN CORSO

Lunedì 20 /09/2010
Alle 9:00 siamo al marina Coral Cove per mettere a terra Coelacanthe.
Qui lavorano con i loro tempi e i loro ritmi e nel primo pomeriggio la barca è fuori dall'acqua.
Siamo sempre un pò nervosi quando la barca è sospesa sul travelift ma tutto procede senza problemi.
Il lavoro più importante che dobbiamo fare è quello di togliere l'antivegetativa fino al primer.
È un lavoro pesante, faticoso e polveroso. Subito un problema, il primer è molto sottile e discando arriviamo fino all'acciaio.
Dovremo quindi rifare i cicli di eposidica.
Il lavoro aumenta e il meteo non sembra venirci incontro con la pioggia che arriva quasi ogni sera.
Discando facciamo polvere e quindi dobbiamo mettere teloni intorno alla barca per limitare il fastidio ma lavorare là sotto è davvero un incubo.
Niente a confronto della protezione che un ragazzo tedesco ha fatto alla sua barca in restauro (foto a destra) per questo soprannominato il "carapace".
Le giornate scorrono lente e tutte uguali.
Sveglia alle 6 per riuscire a lavorare con qualche ora di fresco.
Dischiamo una parte dello scafo portandola all'acciaio, la puliamo e asciughiamo bene e mettiamo subito il primo strato di primer.
Facciamo così per non essere sorpresi dalla pioggia ed evitare che si formi ruggine sullo scafo.
Poi ci spostiamo e continuiamo lo stesso lavoro in un altra parte.
La sera siamo coperti interamente di polvere e solo una doccia bollente può farci tornare a sembianze umane.
Finalmente finiamo di discare la barca e non ci resta che dare le 4 mani di primer.
Il lavoro "sporco" è finito e ci dedichiamo con piacere a questa nuova attività.
Ad una settimana esatta dall'inizio dei lavori mettiamo velocemente e senza problemi il viniguard e le 3 mani di antivegetativa. Il tempo caldo e soleggiato ci viene in aiuto.
In cantiere non siamo soli:
Alberto è anche lui qui per lavorare su Gioel mentre Sabrina è rientrata in Italia.
Ci incontriamo spesso con lui per scambiarci pareri ed informazioni ma soprattutto per sostenerci il morale a vicenda! È bello poter condividere questo momento particolare, che è la vita in cantiere, con un amico.
La sera in pozzetto ceniamo insieme, gustiamo la mitica "granitina" (un lusso senza eguali) e parliamo per ore.
Al Coral Cove ritroviamo anche il nostro caro amico François del Equa Regis.
Che piacere rivederlo e poter passare del tempo con lui.
Maestro indiscusso della ginnastica del Buonumore è per noi un riferimento e un ottimo amico.
Conosciamo anche il numeroso e allegro equipaggio di Eloane, una famiglia francese in viaggio da 5 anni.
Celine a Alain sono i genitori di cinque simpaticissimi bambini: Steven (14), Maverik (12), Logan (11), Derrek (10) e Jennifer (8).
Ogni tanto i bambini ci vengono a trovare e ci portano cose che buttano via. Li vediamo arrivare sorridenti e saltellanti mentre dicono "È ancora Natale"
In effetti per noi sono davvero grossi regali:una macchina da cucire, 2 taniche del gasolio, cime, 1 convertitore di corrente, rivetti, viti, posate, piatti e tanto altro ancora. Non abbiamo parole di fronte a tanta generosità.
Ricambiamo con torte e organizziamo per loro una serata a base di pizza. Risate e musica...."Je suis le même!"
IL TENDER:
Mettiamo il tender a terra, lo puliamo bene con acetone e lo verniciamo con un prodotto specifico che crea uno strato di gomma protettivo. Ci auguriamo che questo possa prolungare la sua esistenza.
Rosso fuoco non passa inosservato e diventa presto per tutti la "Ferrari"
GAVONE DEL ANCORA:
Ruggine da togliere e una verniciata generale da ridare a un anno dalla partenza. Michele si ritrova per la seconda volta tutto raggomitolato in questo spazio angusto.
Rifacciamo i segni sulla catena e recuperiamo un grosso e robusto contenitore di plastica (gentilmente regalatoci dal marina) per stivarla nel gavone.
IL PONTE:
Dopo aver grattato e pulito il ponte lo riverniciamo e mettiamo l'antisdrucciolo dove serve.
Al posto del beige che volevamo ci ritroviamo tra le mani un vivace giallo canarino. Cambiarlo vuol dire fare troppa strada a piedi e perdere un sacco di tempo.
Alla fine siamo soddisfatti del risultato.
Nelle ore centrali della giornata è impossibile lavorare e facciamo una pausa con una "Monster" per Michele e un "Magnum" per me. Estasi!
Tutta una serie di altri lavori vengono svolti all'esterno come all'interno di Coelacanthe: riparazione del frigo e del wc, sistemazione dell'antenna filare, pulizia e sostituzione di tutti i filtri del motore, spostamento dello strallo della trinchetta, pulizia dell'elica, controllo della catena e ancora.
Ordiniamo il Pactor.         
Progettiamo e realizziamo un tunnel che ci permetta di proteggerci da vento e pioggia in navigazione. Compriamo un tubo in alluminio che facciamo piegare, tessuto sumbrella, gancetti e tiranti. In un paio di giorni il "Tunnel dell'amore", come lo chiama Alberto, è pronto.
Lunedì 11/10/2010
Coelacanthe ritorna in acqua affettuosamente accompagnata da François e dall'allegria di tutta la ciurma di Eloane.
Brindiamo alla fine dei lavori soddisfatti di quanto siamo riusciti a fare per la nostra barca.
Restiamo ancorati a Chaguaramas ancora per 11 giorni in attesa del Pactor e della sua installazione. I giorni passano veloci tra le tante cose da fare:Recuperiamo da un velaio una vela con i garrocci da usare come gemella, compriamo vernici, pezzi di ricambio e materiale utile, facciamo un giro a Port of Spain, rifornimento di acqua, gasolio e viveri.
Sabato 23 alle prime ore di luce lasciamo Chaguaramas in un assoluto silenzio, dormono ancora profondamente i cantieri e gli indaffarati equipaggi.


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