Il 05/10 alle 8:56 salpiamo l'ancora, apriamo le vele e facciamo rotta verso l'isola di Folegandros. Ci saremmo fermati volentieri ancora a Milos che ha molto da offrire ma ci torneremo senz'altro durante la prossima estate. Veleggiamo rapidamente al traverso e percorriamo le 21Mn che ci separano da Vathy Bay (36°37.70N 24°53,53E) un ampia baia sul lato occidentale di Folegandros, dove ancoriamo su 5 m di sabbia. Siamo la sola barca in questa grande baia dove il mare mostra tutte le sfumature possibili dell'azzurro e del blu. Sbarchiamo con il dinghy sul piccolo molo sulla sinistra della spiaggia con qualche turista, una scala porta a ristorantini bianchi e arroccati da cui escono i profumi deliziosi della cucina di questa terra. Proseguendo la risalita della scalinata si arriva ad un sentiero che prosegue lungo tutto il litorale della baia. Delle chiesette votive immacolate si stagliano contro questo paesaggio spettacolare dove l'azzurro del cielo si fonde nel mare. Sotto di noi possiamo ammirare la piccola spiaggia di Agios Nikolaos con taverna. Ritorniamo sui nostri passi e dalla spiaggia prendiamo le scale a destra e ci inerpichiamo su un sentiero tra le rocce che permette l'accesso a due piccole spiagge più riservate poste sulla parte destra della baia. Superate queste il sentiero diventa più largo e comodo scavato tra la sabbia e la roccia rossa inizialmente per poi perdersi nella bassa vegetazione una volta che si comincia a salire. Saliamo fino alla piccola chiesa bianca dalla quale ci si presenta una vista mozzafiato. La giornata è ideale per una bella escursione e ci riposiamo mentre mangiamo il nostro panino con il colore del mare che brilla nei nostri occhi. Nel pomeriggio ci rimettiamo in cammino verso la spiaggia e ci regaliamo una bella Mitos ghiacciata giusta ricompensa per la scarpinata appena conclusa.
Il giorno dopo lasciamo questa splendida baia e percorriamo a motore le 7Mn che ci separano da Karavostasi (36°36.78N 24°56,95E) porto dell'isola dove arrivano navi e traghetti. Intorno al grande molo sul lato sinistro della baia troviamo qualche hotel, casette in affitto, un paio di ristoranti, un mini market e qualche bar. Dal molo parte un modernissimo bus che porta fino alla Chora e giusto fino al paese successivo Ano Merià per 4/5 corse giornaliere. Accanto alla fermata del bus troviamo subito un piccolo parco giochi tutto nuovo e questa diventa ovviamente una tappa obbligata all'andata come al ritorno! Raggiungiamo la Chora, un caratteristico borgo del 1200 d.C. arrampicato su una vertiginosa scogliera, e pieni di energia pensiamo bene di avviarci verso il sentiero che sale a zig- zag fino al santuario di Panaghia Paliokastro. La strada ci regala un panorama mozzafiato con vista su entrambe le coste, sulla Chora e sull'intera isola. Le scogliere di Folégandros sono impressionanti arrivano anche ad un’altezza di 300 metri sul mare. Visitiamo il santuario che è aperto e ci sediamo in questo luogo di quiete e contemplazione ad ammirare la sua millenaria bellezza.
Scendiamo per scoprire la Chora e non siamo preparati a tale splendore. La piazza del municipio offre ristoro con due graziosi locali pieni di fiori colorati e un vero spettacolo grazie ad un balcone con vista mozzafiato sulla scogliera capace di far venire le gambe molli a chi mal sopporta l'altezza. Ci inoltriamo tra queste casette bianche con le imposte colorate dove chiesette immacolate si susseguono a immense piante di bouganville in fiore dai colori sgargianti. Nelle piazze all'ombra di generose piante profumate sono disposti ad arte bar, negozi, snack, ristoranti quasi il tutto fosse stato disegnato a tavolino dalle abili mani di un artista. C'è armonia in questo luogo mentre camminiamo nelle sue vie, i fiori, i vasi, i dettagli tipici di questa terra sono tutti là e ci invitano a contemplare il bello che ci avvolge. Ogni angolo è una scoperta e io non smetto di fotografare nel tentativo, forse inutile, di catturare questa perfezione. Camminando nella piazza centrale si attraversa un arco e si accede al Kastro medioevale costruito nel 1210 dai veneziani che ci riporta indietro nel tempo. Oggi è un villaggio di case a due piani bianche con scale e porte colorate, alcune con una parte direttamente a picco sulla scarpata. Brivido!
Compriamo della bella frutta fresca dai due fruttivendoli ben forniti e qualche provvista nei piccoli market e riprendiamo l'ultimo bus previsto per il porto.
L'08/10 alle 9:30 poco prima dell'arrivo del traghetto salpiamo l'ancora e lasciamo alle nostre spalle quest'isola che ha saputo stupirci e regalarci forti emozioni. Veleggiamo lentamente costeggiando le isole disabitate di Kardiotissa e Kalogeros e percorriamo 12Mn fino a raggiungere Sikinos. Passiamo davanti Skala dove si trova il porto molto disturbato dalle onde quindi proseguiamo fino alla piccola baia situata più a Est Yeoruios (36°41.57N 25°10,02E) dove ancoriamo su fondo di sabbia a 3/4 m per una breve sosta. Sikinos non è assolutamente una meta turistica, ci spiegano che i pochi servizi, le spiagge difficilmente accessibile e una insolita scarsa ospitalità la preservano da invasioni estive. L'isola non è di pescatori, come si potrebbe immaginare, ma di allevatori e contadini eccellenti produttori di miele, formaggio di capra, vino e liquori. Purtroppo non abbiamo modo di andare a verificare quanto ci hanno raccontato su questa isola brulla ed arida, il forte vento da sud che sta arrivando ci costringe a cercare riparo in ancoraggi più protetti. Partiamo dopo pranzo e veleggiamo divinamente fino a raggiungere la parte settentrionale di Ios Plakotos (36°47.17N 25°17,35E) dove ancoriamo. L'isola brulla e montuosa, raggiunge i 790 m con il Monte Pirgos, vanta l’onore di avere dato i natali alla madre di Omero e, secondo la tradizione, il poeta sarebbe stato seppellito proprio in questi luoghi ed è, infatti, possibile visitare la sua tomba.
Siamo contenti di essere finalmente arrivati nel famoso e affascinante arcipelago delle Cicladi, costituito da isole di varie dimensioni sparse nelle acque blu del Mar Egeo. Alcune sono ben note ma possiamo dire che altre rimangono poco conosciute e meno turistiche, come Milos Ios o Folegandros, di una bellezza quasi disarmante. L'avventura continua.