SAN BLAS: Isola di Tigre

Mercoledì 28/12/2010
Siamo ancorati davanti all'isola di Tigre e dopo due giorni di pioggia a dirotto (pieno di acqua in tempo record) finalmente arriva il sole.
Sbarchiamo per visitare il villaggio.   
Le case hanno quasi tutte la corrente elettrica grazie ai pannelli solari e una parabola nel cuore del villaggio permette di ricevere e fare telefonate. Questo villaggio si presenta più moderno dei precedenti e con qualche comodità.
Nonostante questo i bagni sono, come in tutte le isole, dei piccoli pontili sul mare con una capanna sull'estremità.
Le persone che abitano nel villaggio coltivano la terra, pescano o allevano animali. La terra da frutta e verdura, il mare pesce e nel villaggio si vive con poco.
Anche qui siamo accolti calorosamente dai bambini che ci accompagnano per tutto il villaggio.
Adorano fare gesti e smorfie davanti all'obiettivo.
In pochi secondi le donne espongono all'esterno delle case le loro molas e Kelly inizia uno shopping con contrattazioni agguerrite...è davvero molto brava.
Le molas possono costare dai 15 ai 40$ a secondo di quanti strati vengono utilizzati e della precisione del disegno. Contrattare il prezzo è possibile e diventa un piacevole momento di comunicazione.
Le donne usano portare gioielli d'oro e anelli al naso che secondo la tradizione allontanano gli spiriti maligni.
Per lo stesso motivo si disegnano una riga sul naso con un erba tipica della foresta.
Alle gambe e alle braccia fanno bella mostra di sé braccialetti fatti con fili di perline colorate che indossano per la prima volta raggiunta la pubertà dopo un importante cerimonia condivisa da tutto il villaggio.
Oltre a 2 market troviamo anche un ristorante/bar dove ci gustiamo una birra fresca e brindiamo a queste giornate meravigliose.
Quando ci sono problemi nel villaggio si riunisce la comunità con il Capo e tutti insieme cercano una soluzione..
Vengono fatte grandi feste per la nascita di un bambino, per la pubertà di una ragazza e per i matrimoni.
In queste occasioni viene preparata la Ciccia che è una bevanda alcolica fatta con la canna da zucchero, mais e frutta.
La comunità Kuna è matriarcale, quando una ragazza sceglie il suo sposo lo porta sulla sua amaca e se lui non se ne va si sposeranno decidendo se vivere con i genitori materni o paterni o se vivere da soli. Oggi in realtà i ragazzi si scelgono a vicenda ma in alcune famiglie il matrimonio è ancora combinato.
Una cerimonia tradizionale prevede di mettere gli sposi su un amaca con sotto un piccolo fuoco.
Una famiglia ci permette di entrare nella sua casa.
Vivono davvero con poco e in condizioni che a noi possono sembrare preistoriche ma con una grande serenità e dignità.
Che abbiano tutto il necessario per essere felici?
Ma perché nel 2011 ci sono persone che scelgono di vivere così?
Ci risponde Fidel dicendoci che è tornato a vivere al villaggio dopo un periodo in città perché qui si sta meglio, è un posto sicuro e umano per far crescere i propri figli. La vita qui è semplice ma la natura ti offre tutto quello che serve per vivere.
Abbiamo molto su cui riflettere!
L' Isola di Tigre in passato aveva un aeroporto che oggi non esiste più perché i collegamenti con la città sono garantiti dalla strada.
Più ci spostiamo a Ovest dell'arcipelago e più ci troviamo davanti isole "moderne" e abituate al passaggio di turisti stranieri.
I Kuna sono proprietari di tutte le isole e da anni rifiutano allettanti proposte di grandi operatori turistici che vorrebbero mettere le mani su questo paradiso.
Le isole fuori dal villaggio non hanno proprietari unici ma gruppi di famiglie che a rotazione curano e gestiscono i ricavati provenienti dalla vendita dei cocchi nelle isole.
Il cielo si copre e nel giro di pochi secondi ci troviamo sotto l'acqua. Una famiglia Kuna ci offre riparo nella loro casa. Sono persone estremamente accoglienti.
Ci raccontano che le piogge di questo mese hanno provocato molti disastri:strade interrotte, villaggi spazzati via e acqua del fiume che ha portato infezioni intestinali e influenze.
Ora le cose stanno tornando alla normalità ma hanno passato diversi giorni senza prodotti di base.
Le donne matriarca del villaggio sono meravigliose nei loro abiti tradizionali e ogni ruga del loro incredibile volto testimonia la lunga storia da cui ha origine questo popolo unico.
"Hola hola" ci gridano i bambini sorridenti mentre ci allontaniamo e noi non possiamo che augurarci che la nuova generazione sappia preservare dentro di sè le antiche origini e la forza di questa comunità.
"Buena Suerte!"


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