GRECIA: ARKI E IL SUO SILENZIO ASSORDANTE

Il 5/04 alle 9 leviamo l'ancora, usciamo dalla baia di Lispo e lasciamo alle nostre spalle questa bella isola che ha saputo entrarci nel cuore. La giornata è limpida e calda ma con pochissimo vento quindi procediamo a motore su un mare piatto come una tavola. Possiamo ammirare con calma la parte nord-ovest dell'isola prima di iniziare uno zig zag tra le tante e piccole isole che costellano il canale tra Arki e Lipso. La cartografia di queste zone è limitata quindi ci avviciniamo piano facendo ben attenzione ai diversi colori dell'acqua mentre io vado a prua. Poco distante dalla costa sud di Arki mentre sistemiamo la randa sentiamo un rumore forte provenire da sotto lo scafo, subito rallentiamo e Michele sente una resistenza sul timone. Riusciamo a manovrare quindi ci avviciniamo a terra e buttiamo l'ancora su 5m con fondo di sabbia in un mare cristallino, siamo a Tinganakia (37°21.84N 26°44.89E) meglio conosciuta come "le piscine di Arki"! Michele si prepara psicologicamente ad entrare in acqua per andare ad ispezionare l'elica, il mare è meraviglioso con colori spettacolari che ci ricordano la Polinesia ma la sua temperatura è ben lontana da quella tropicale che ricordiamo!! Entra lentamente bagnando centimetro dopo centimetro del proprio e corpo e con uno sforzo di volontà dettato dal bisogno si immerge finalmente sotto lo scafo fino all'elica. Dopo pochi secondi riemerge con un grosso sacco nero della spazzatura in mano e con un balzo felino è a bordo. Preso dall'euforia decide di prolungare il suo bagno e inizia tuffarsi e rituffarsi mentre io immortalo con un video questo primo bagno della stagione. La sua gioia è contagiosa quindi mi metto al volo un costume e mi immergo molto lentamente, respirando come in sala parto ma alla fine mi lascio andare in quest'acqua ghiacciata. I primi istanti sono terribili poi il corpo si adatta, perdendo completamente la sensibilità, e inizio a nuotare beata mentre Reva  continua a gridare "anche io, anche io!! perché io no?". La giornata calda e senza vento è stata ideale per questo bel primo bagno in un angolo di paradiso incontaminato che ci ha letteralmente conquistati. Il fondo tiene bene e le condizioni meteo favorevoli ci permettono di restare per la notte. Nessuna costruzione a terra, solo i gabbiani si avvicinano incuriositi e al calare del sole qualche piccola barca di pescatori che ci saluta. La pace e la quiete di quest'ancoraggio cullano i nostri pensieri, è bello ritrovare anche qui luoghi incontaminati dove la natura e gli animali possono vivere indisturbati.
La mattina seguente raggiungiamo il piccolo isolotto di Marathos (37°22.03N 26°43.55E) dove ancoriamo con difficoltà perché il fondo non tiene bene. Per le dimensioni dell'isolotto possiamo dire che è piuttosto costruita. Una bella spiaggia a mezzaluna con 3 taverne in riva al mare e subito dietro 2 piccoli complessi di appartamenti e camere in affitto. Nessuna strada, dalla spiaggia si accede alle taverne o agli alloggi e solo seguendo un piccolo sentiero si arriva alla piccola chiesetta in cima alla collina. L'isola non è abitata se non d'estate e adesso troviamo le stanze aperte e i proprietari impegnati nelle grandi pulizie prima della Pasqua. Sbarchiamo sulla spiaggia e mentre Reva gioca con secchiello e paletta noi camminiamo sul lungomare in esplorazione. Tutti insieme raggiungiamo la chiesetta che offre una bella vista su Arki e Patmos. Il sentiero però non è ancora stato ripulito dall'erbaccia e Reva incontra per la prima volta un ortica e apprende rapidamente il suo potere orticante!!Notte tranquilla sotto un incredibile cielo stellato.



Il giorno dopo raggiungiamo il villaggio di Arki, Porto Augusta, ed ormeggiamo sul molo mentre un pescatore ci aiuta con le cime e ci da il benvenuto. 
Saltiamo a terra subito, spendiamo qualche momento su una delle tante panchine del molo che si apre poi nella grande piazza del villaggio. Le panchine guardano il mare perché è da li che tutto arriva, l'isola conta 50 abitanti e il villaggio è una manciata di case. Tante sono costruzioni recenti e pronte per ospitare turisti in cerca di pace e tranquillità. E Arki è sicuramente  ricca di questo, un isola bella e selvaggia capace di avvolgerti un silenzio frastornante. Passeggiando lungo l'unica strada in cemento che la percorre per tutta la sua lunghezza, puoi sentire il rumore di un insetto che ti si avvicina e poi più niente se non il fruscio del vento, le lontane campane delle capre al pascolo, un onda che frange sugli scogli. Ci si muove a piedi sull'isola anche se ogni tanto incontriamo degli scooter e un paio di macchine. Le strade di cemento sono ripetutamente sbarrate da cancelli metallici che si possono aprire ma si devono rigorosamente chiudere alle proprie spalle per impedire alle capre e pecore, indiscusse padrone dell'isola, di disperdersi. La vegetazione è limitata a cespugli e pochi alberi, la terra è rossa e rocciosa. Camminiamo per una decina di minuti fino alla chiesetta Panagia Pantanassa, la più antica dell'isola, che dall'alto della sua posizione ci regala una spettacolare vista sulle isole che ci circondano. Ci sono altre due chiesette sull'isola molto carine, Agioi Anargiroi davanti al porto e Metamorfosi Sotiros nel centro dell'isola. 
Nei giorni che ci fermiamo ad Arki la percorriamo in lungo e in largo e andiamo a vedere le sue belle spiagge in piccole baie calme e tranquille bagnate da un acqua cristallina. Raggiungiamo a piedi Tiganakia (le piscine), poi le baie a nord Limari, Patelia e Kato Patelia tutte piccole, tranquille e circondate da una natura incontaminata. Tranquilli e riservati sono anche gli abitanti di quest'isola che ti sorridono quando li incroci ma continuano sul loro cammino, se sei tu ad avvicinarli invece ti accolgono con calore e sono subito pronti a darti una mano. La vita è tutta qui intorno a noi, sul molo, i pescatori spendono la loro giornata a riparare e preparare le reti per la notte, le taverne pittoresche sono impegnate nella ristrutturazione o nelle grandi pulizie, i tanti gatti dell'isola si aggirano oziosi in cerca di cibo. Dalla nostra panchina vista mare osserviamo questa routine interrotta solo dall'arrivo della nave due volte al giorno che collega queste persone con il resto del mondo.Che pace! 


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