Saint Martin- Martinica: Rotta verso Sud

Mercoledì 4 marzo 2020 alle 7:40 leviamo l’ancora da Galisbay e facciamo rotta versa l’isola di Tintamarre a sole 4Mn di distanza. Ancoriamo nell’ansa a Sud-Ovest (18°07.00N  62°59.39W) nel giro di pochi minuti siamo in costume e stiamo sbarcando sulla spiaggia deserta. Il mare a riva è di un turchese incredibile e la spiaggia di sabbia bianca e fine. Prima decidiamo di esplorare la spiaggia in lungo e in largo poi ci addentriamo nella vegetazione a caccia di iguane che purtroppo non troveremo. Troviamo invece sul litorale tante pile di sassi e conchiglie alle quali Reva aggiunge la sua. Ci fermiamo ad osservare questi piccoli “monumenti” fatti con elementi della natura e così ben integrati nel paesaggio. Ci piacciono!
La giornata è calda e soleggiata, Reva corre sulla spiaggia senza darsi riposo mentre io e Michele passeggiamo con i piedi nell’acqua assaporando la pace del luogo e del momento. L’isolotto fa parte della riserva naturale di St. martin ed è disabitato. Nella baia ci sono ancorate solo un paio di barche e a terra siamo soli fino a quando un paio di motoscafi non arrivano facendo sbarcare un po' di turisti. Fortunatamente non sono molti e c’è posto per tutti ma la magia del momento precedente scompare in un attimo. Facciamo bagni a ripetizione in questa piscina naturale e dobbiamo tirar fuori a forza Reva dall’acqua (ha giocato tutto il tempo in mare con un tronco galleggiante trovato in spiaggia). Lasciamo a malincuore questo angolo di paradiso e ci ripromettiamo di ritornare per una sosta più lunga. Pranziamo e alle 13:30 salpiamo l’ancora per fare rotta sulla Guadalupa. Abbiamo un vento E di 10-15 Kt che ci permette di veleggiare di bolina larga. Il mare è calmo, avanziamo con una mano alla randa e genova aperto completamente ad un andatura molto confortevole. Michele si diverte al timone mentre io e Reva siamo sdraiate in pozzetto. Reva cotta dai bagni e dalle corse della mattinata si addormenta in un secondo. Passiamo a sud di San Barth e al tramonto stiamo veleggiando rapidi sopra l’isola di St Christophe. Grazie ad una bolina strettissima riusciremo a passare a Nord dell’isola di Nevis poi proseguiamo a questa andatura fino ad oltrepassare un isolotto deserto che si trova giusto sulla nostra rotta. Siamo di bolina larga e senza onda mentre percorriamo la costa occidentale di Montserrant. Riprendiamo un po' fiato al riparo dell’isola, questa navigazione oltre ad essere notturna richiede una sorveglianza attenta e continua alle navi, boe, scogli isolati, groppi e isole vicine. Reva come al solito dorme beata nella sua cabina ignara di tutto quanto. Beata gioventù!


Quando la luce ci raggiunge siamo a 20 mn dalla Guadalupa e veleggiamo a vele spiegate sempre di bolina. Facciamo colazione in pozzetto in compagnia di sule e fetonti che pescano accanto a noi. Dumas corre rapida sul mare mentre il sole sale velocemente in un cielo azzurro e senza nuvole. Alle 13:30 dopo aver percorso 141mn ancoriamo davanti all’isola Pigeon (16°10.38N  61°46.92W) in Guadalupa. Ci regaliamo un ottimo pranzo in pozzetto e un po' di riposo. Nel pomeriggio armati di maschere, pinne e macchina fotografica andiamo ad esplorare i fondali dell’isola di Pigeon che è una riserva naturale. Non appena mettiamo la testa sotto l’acqua ci ritroviamo circondati da pesci colorati di tutte le forme e dimensioni. Sul fondo il corallo ripara e protegge i tanti pesci che si muovono alla ricerca di cibo. Pesci pappagallo dai mille colori, pesci sergente, farfalla, scatola, barracuda, istrice, trombetta e tantissimi altri di cui non sappiamo il nome. Eravamo passati di qua tre anni e fa e ricordavamo la ricchezza e bellezza del posto che merita la fatica fatta per arrivare. Reva è al settimo cielo si immerge continuamente, cerca di raggiungerli, li indica, ci chiama e vorrebbe la foto di tutti...insomma fa un baccano imbarazzante!Stiamo a mollo più che possiamo poi quando il freddo non ci lascia tregua ritorniamo a bordo di Dumas stanchi ma felici.
A bordo ci regaliamo una merenda di ottime crêpes mentre cerchiamo sulla guida dei pesci tutto quello che abbiamo visto con i nostri occhi. Andremo a riposare presto perché domai ci aspetta un ‘altra giornata di navigazione.


Venerdì 6 marzo 2020 alle 8:30 lasciamo questo bell’ancoraggio e facciamo rotta verso la Dominica. È una gran bella giornata, il sole splende in un cielo azzurro senza traccia di nuvole, il vento soffia da Est sui 15-25Kt. Percorriamo la costa Ovest della Guadalupa con due mani alla randa, la trinchetta e pronti a sventare sotto le numerose e poderose raffiche di vento. Superata la punta de Vieux Fort finalmente il vento si stabilizza e noi possiamo veleggiare rapidi nel canale che porta fino alle Isole des Saintes che passiamo a Sud. Michele si diverte al timone, io aiuto nelle manovre mentre Reva sul fianco della barca canta al vento per tutto il tempo. Superate le isole ci troviamo nel canale tra la Guadalupa e la Dominica, il vento rinforza e l’onda si fa sentire ma Dumas prosegue veloce e confortevole. Più avanti il vento cala quindi togliamo una mano alla randa e con questa andatura raggiungiamo la Dominica. In avvicinamento rimaniamo affascinati dal verde lussureggiante di questa isola che si presenta ancora così selvaggia e primitiva. Le poche abitazioni e costruzioni situate lungo la costa hanno preservato l’aspetto originale dell’isola. Non è difficile qui immaginare quello che possono aver visto gli esploratori del passato quando hanno raggiunto queste isole ancora vergini e incontaminate. Appena ci avviciniamo alla baia una barca a motore locale gialla (dello yactch service) ci dà il benvenuto con un largo sorriso del conducente che ci invita a contattare il vhf al canale 16 per qualsiasi necessità. Superiamo il Morne del Principe Rupert sul quale si trova l’omonimo fortino completamente restaurato e alle 14, dopo 42Mn di navigazione, buttiamo l’ancora a Prince Rupert Bay (15°34.87N  61°28.00W). Purtroppo questo è solo uno scalo tecnico non faremo l’entrata nel paese e neppure scenderemo a terra. Issiamo la bandiera gialla e ci rilassiamo in pozzetto.


Domenica 8 marzo dopo gli auguri alle donne di bordo leviamo l’ancora e facciamo rotta verso sud. Percorriamo le prime 20 Mn veleggiando lentamente lungo la verdeggiante costa della Dominica. Una volta entrati nel canale tra le due isole il vento rinforza e il mare aumenta quindi Dumas con trinchetta e una mano alla randa procede veloce e stabile tra le onde. Una coppia di fetonti seguono la  nostra scia e ci faranno compagnia per diverse miglia. Raggiungiamo quindi la Martinica dove ci aspettano le ultime 20 Mn di navigazione ben protetti dalla costa dell’isola fino a raggiungere Fort de France. Buttiamo l’ancora prima del tramonto proprio  davanti a Fort Saint-Louis (14°35.91N  61°04.18W) il più vecchio edificio della capitale.
Lunedì 9 marzo sbarchiamo alle prime ore del mattino mentre la città sta ancora dormendo e raggiungere il Centro di Vaccinazione dove Reva deve fare un richiamo. La stampa locale annuncia l’arrivo sull’isola dei primi 2 casi di Covid19 ma nessuno sembra preoccupato o dar molto importanza alla notizia. Noi ci sentiamo poco a nostro agio in città con tutti questi turisti e navi da crociera che sbarcano ininterrottamente folle di persone quindi dopo un giro rapido della capitale torniamo a bordo. Peccato era la prima volta che venivamo e abbiamo intravisto angoli piuttosto interessanti.
Una volta a bordo salpiamo per la vicina Ansa D’Arlets(14°29.14N  61°05.01W) dove ancoriamo a fine pomeriggio. Reva sembra in forma e mentre gioca nella sua cabina ne approfittiamo per discutere sul da farsi mentre il sole ci regala un tramonto spettacolare.
Il giorno dopo di buon ora partiamo verso Le Marin. Il vento è sui 10 kt quindi  procediamo con una confortevole bolina. Mentre navighiamo vicino alla roccia di Diamante un gruppo di delfini ci raggiunge tra spruzzi e schizzi accompagnandoci accanto allo scafo per un tratto del nostro cammino. Dopo diversi bordi arriviamo finalmente a Le Marin (14°27.86N  60°52.53W) dove buttiamo l’ancora nel solito ancoraggio affollatissimo. Abbiamo deciso di fare rifornimenti e cambusa in modo da essere autonomi con la barca per un buon periodo. Michele pensa al pieno di acqua e gas mentre io e Reva facciamo 3 giri di spesa al supermercato che fortunatamente ha l’accesso ad un pontile con i carrelli. La giornata passa interamente in questa operazione rifornimento e una volta trasportato tutto in barca iniziamo a stivare l’impossibile in ogni gavone della barca che ancora ha dello spazio. La cabina di prua è praticamente diventato un locale tecnico dove mettiamo di tutto. Prima di sera riusciamo nel miracolo di trovare un posto a tutto!
Mercoledì 11 sbarchiamo per cercare il pane e altri freschi. La vita procede tranquilla a terra e nessuno neppure parla del Covid19 che in Italia sta già facendo centinaia di morti ogni giorno.
In serata ci incontriamo per una birra con la nostra amica Stephanie, la brocker che ci ha venduto Vagabond. Infatti qui siamo partiti con Vagabond alla fine del 2015 e qui torniamo con Dumas oggi. Come un cerchio che si chiude e forse l’alba di un nuovo inizio? Intanto ci godiamo l’allegra serata mentre ci raccontiamo quello che è successo negli ultimi cinque anni. Siamo felici di rivederla è una persona molto gentile e disponibile con la quale siamo rimasti in contatto volentieri.
Rientriamo in barca contenti della serata ma con la vaga sensazione di aver vissuto un momento eccezionale, una serata che ricorderemo come l’ultima “normale” prima dell’arrivo del Covid19...e non ci sbaglieremo!


Venerdì 13 ci spostiamo a Sainte Anne (14°25.85N  60°53.33W) un bell’ancoraggio che è stato sempre molto frequentato ma che non ricordiamo di aver mai visto così affollato. Comunque c’è posto per tutti quindi ancoriamo senza problemi su fondo di sabbia in 4 metri di acqua cristallina. Sbarchiamo per fare il bucato e riempire diversi bidoni da 8L supplementari di acqua potabile. A terra siamo in mezzo alla natura e passeggiamo tranquilli senza incontrare nessuno. Macron fa un discorso alla nazione sulle misure di sicurezza necessarie per far fronte all’epidemia del Covid19 che saranno messe in atto da lunedì 16 marzo in Francia come in Outre-mer.
Sabato facciamo un giro nel villaggio per recuperare un po' di pane e cercare in farmacia le ultime cose per completare il nostro rifornimento. Inutile cercare maschere o disinfettanti  perché, come le farmacie della capitale, nessuno  vende questi articoli (ad eccezione di piccoli disinfettanti da borsetta). Percorriamo il sentiero della via crucis che porta fino ad una chiesetta con un belvedere su tutta la baia. Lo spettacolo da qui è splendido e la natura ci regala calma e pace. Scendiamo, completiamo il giro del villaggio e ritorniamo a bordo di Dumas.
Mentre Reva fa tuffi olimpionici a poppa la radio annuncia nuovi casi di Covid19 in città portata da persone che rientrano dalla Francia o da Crociere. Io e Michele ci guardiamo senza parlare: dobbiamo decidere cosa fare e dobbiamo deciderlo ora. 




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