Il nuovo anno arriva portando con sé problemi per Dumas e preoccupazioni per noi. Durante l’alaggio nell’ultimo carenaggio di Carriacou infatti gli operatori del Marina hanno fatto una manipolazione scorretta della barca, le sartie si sono agganciate al travel lift e loro, non essendosi accorti di nulla, hanno continuato a tirare con forza fino a quando non si sono sbloccate da sole. Sul momento non era sembrato nulla di importante, da terra non si vedeva nulla e travolti dai mille pensieri del cantiere abbiamo completamente dimenticato l’accaduto. Poi qui in Martinica Michele ha scoperto un leggero schiacciamento del profilo dell’albero e una crepa sulla seconda crocetta. Capiamo immediatamente che può solo essere stata quella trazione a provocarlo. L’albero è una parte sensibile della barca, basta poco per comprometterlo in modo irreparabile quindi Michele vuole assolutamente sentire il parere di un esperto per capire l’entità del danno. Nell’attesa che passino i giorni di festa chiamiamo subito Olivier, un amico qui in Martinica che ha costruito il suo Randonneur e che ha un albero come il nostro, per avere una sua opinione. Lui e Michele si mettono ad ispezionare l’albero, fanno ipotesi, cercano possibili soluzioni e lui ci fornisce tutti i suoi contatti della zona. Ci spostiamo a Le Marin e prendiamo appuntamento per far ispezionare l’albero dal responsabile di Caribe Gréement.
Abbiamo il morale sotto i piedi! Non sappiamo l’entità del danno ma inevitabilmente in questi giorni di attesa iniziamo a temere il peggio. Inoltre anche se nelle migliori delle ipotesi l’albero non fosse da cambiare siamo consapevoli che tra disalberare/alberare, pezzi, manodopera, materiali e tecnici si prospetta per noi una grossa spesa imprevista. Passiamo giorni difficili, la notte riposiamo male, durante il giorno siamo piuttosto irritabili, i discorsi e i pensieri sono perennemente focalizzati sulle possibili opzioni che abbiamo e che non abbiamo. Siamo consapevoli che questa potrebbe anche essere la fine del nostro viaggio. Poi finalmente, anche se faticosamente, usciamo da questo stato e ci obblighiamo a guardare le cose da un’angolazione diversa. Siamo in salute, siamo insieme a casa tutti stanno bene quindi tutto va bene! Questo non è un problema ma piuttosto un “fastidio”, certo un grosso e dispendioso fastidio di cui avremmo fatto volentieri a meno, ma nulla che possa meritare di metterci in uno stato del genere. Quindi ci obblighiamo a prendere la cosa con la giusta distanza pronti a prendere le decisioni che saranno necessarie.
Arriviamo alla visita di ispezione piuttosto tesi e quando il responsabile ci dice che l’albero non è compromesso ma riparabile, la nostra gioia diventa incontenibile. Lui ritiene necessario un rinforzamento all’altezza della seconda e terza crocetta ma ci garantisce che questo rimetterà l’albero nuovamente in sicurezza. Ci sembra di volare! Avevamo davvero temuto la fine del viaggio e ora anche se resta la spesa della riparazione almeno sappiamo che potremo tornare a navigare.
Restiamo una settimana all’ancoraggio in attesa dei preventivi, poi un’altra settimana in attesa dei pezzi quindi solo il 25 gennaio riusciremo a disalberare al Carénantilles di Le Marin. Olivier viene ad aiutarci per questa operazione delicata che noi eseguiamo per la prima volta. Tutto va per il meglio ma dobbiamo ammettere che abbiamo tenuto il fiato sospeso fino a quando il nostro albero non è stato adagiato sui supporti. Riportiamo Dumas all’ancoraggio trasformata in un bizzarro prototipo di barca a motore. Inguardabile!
Inizia una lunga settimana di lavoro per tutta la famiglia, ogni mattina sbarchiamo alle 7 con tutti i nostri attrezzi e rientriamo al tramonto. Michele lavora sull’albero, io lo aiuto, recupero il materiale necessario nei negozi di tutto Le Marin e soprattutto corro dietro a tecnici e manager che non hanno ovviamente mai tempo da dedicarci. Fortunatamente Reva si prende cura di sé stessa per tutta la settimana: legge, gioca, passe ore con Epoxi il gattino del cantiere e con i gessetti colorati praticamente ricopre il grigio pavimento del cantiere di splendidi disegni. Tutti si fermano a guardarla e alla sera quando ripartiamo ci sembra di aver lasciato il posto migliore di come lo abbiamo trovato!
Tutto procede ma a rilento, con tanta incertezza e stress, ci troviamo costretti in ogni momento a rincorrere le persone per farci fare i lavori che sono costantemente rimandati al giorno successivo. La verità è che qui hanno troppo lavoro, prendono l’impegno, iniziano il lavoro poi ti lasciano in sospeso perché sanno che tu non hai alternative e loro hanno la fila dopo di te. Capiamo immediatamente che se vogliamo uscire da questo incubo dobbiamo fare pressing diventare asfissianti (cosa che detestiamo!). Iniziano quindi una serie infinita di messaggi, telefonate e presidi davanti agli uffici del malcapitato di turno. Sempre con il sorriso ovviamente esattamente lo stesso sorriso di chi ci rimandava al giorno dopo e poi a quello successivo. Ci manca solo il lavoro di saldatura, quando il manager ci comunica di non aver spazio libero per almeno una settimana, noi perdiamo le speranze. Poi forse un po' per simpatia, pena , sfinimento o tutto insieme...riusciamo finalmente a smuovere la situazione. A dare una svolta è sicuramente la presenza nel cantiere di Mavrik, uno dei saldatori, che noi abbiamo conosciuto in viaggio 10 anni fa insieme alla famiglia (all’epoca lui era undicenne) con i quali avevamo particolarmente legato. Conoscendoci prende a cuore la nostra situazione e fa in modo di trovare uno spazio. Venerdì pomeriggio quindi Mavrik e il suo collega Nicò in un paio di ore riescono a ultimare i lavori sulle due crocette. Sono bravi, veloci e molto professionali. Grazie a loro il lavoro è finalmente concluso. Possiamo quindi assemblare le parti nel weekend e il lunedì alberare nuovamente Dumas. Anche durante questa operazione Olivier sarà al nostro fianco per aiutarci e guidare ogni passo. Dumas è di nuovo assemblata con il suo albero rinforzato e revisionato in ogni sua parte.
Siamo davvero contenti di poter mettere fine a questo lungo periodo “fastidioso”, siamo felici di non essere stati obbligati a prendere decisioni che per il momento non vogliamo prendere e soprattutto siamo grati alla vita che a volte inaspettatamente decide di farti un regalo mettendo sulla tua strada persone meravigliose. Merci Mavrik, Olivier et Nicò!