SAN BLAS: Gita sul Fiume

Mercoledì 22/12/2010
Con il dinghy partiamo per esplorare il fiume dove ogni giorno le canoe dei Kuna vanno per prendere acqua e fare rifornimento di legna, frutta e verdura.
Incontriamo subito le loro canoe (Urr) con o senza vela che sono governate grazie ad una pagaia in legno utilizzata anche come timone.
Queste canoe sono ricavate da grossi tronchi di alberi presi nella foresta e intagliati completamente a mano. La costruzione di una canoa richiede molto tempo e per loro rappresenta un grande bene.
Uomini, donne e bambini sono tutti molto abili e controllano la canoa con precise pagaiate.
Nel fiume l'acqua è calma e completamente marrone.
Impossibile vedere il fondo ma con il remo possiamo stimare la profondità.
Cocchi e piante da frutto costeggiamo il fiume. Alcune canoe sono legate sulla sponda mentre degli uomini sono intenti a raccogliere frutta e legna.
Con noi ci sono anche Chris, Kelly e la sorella Carla appena arrivata dagli USA.
È una bellissima giornata di sole.
Ad un certo punto il fiume si allarga e troviamo numerose canoe riunite con le donne che fanno il bucato mentre i bambini giocano in acqua.
Con i loro abiti sono una bella macchia di colore nel verde della foresta.
Ci sorridono mentre passiamo e ci guardano curiose.
Incontriamo una canoa con 2 ragazzi e 2 bambini che raccolgono l'acqua in grossi contenitori.
In spagnolo ci spiegano che quest'acqua la bevono (senza farla bollire) e la portano al villaggio perché non hanno tubature per farla arrivare direttamente.
Il fiume si abbassa e siamo costretti a procedere a piedi.
Vediamo delle basse costruzioni di paglia e le raggiungiamo curiosi.
Incontriamo di nuovo i ragazzi della canoa che scopriamo essere 4 fratelli. Il più grande si chiama LEBI, parla spagnolo e ci racconta usanze e credenze dei Kuna rispondendo con pazienza a tutte le nostre domande.
Lebi ci spiega che questi sono cimiteri.
I morti vengono messi sotto terra al riparo in queste "case" con gli oggetti personali che usavano in vita. In un braciere fatto di terra viene messo il fuoco con dei semi di cacao per scaldare il defunto e fargli piacere con il profumo sprigionato dal cacao.
I familiari quando possono vengono a trovare il defunto e passano con lui la giornata. In un angolo si trova il posto per fare il fuoco e prepararsi da mangiare.
In alcune isole si trovano chiese cattoliche o protestanti ma la religione dei Kuna ruota intorno ad un capo spirituale che attraverso i canti racconta le origine e le credenze del passato.
La scrittura Kuna è geroglifica e loro utilizzano lo spagnolo per scrivere che imparano a scuola.
Ogni isola ha una scuola (dalla materna alle medie) con un maestro che viene da Panama. Chi vuole e chi ha i soldi va all'università a Panama ospite di famiglie Kuna che vivono là. Lebi ci spiega che i giovani oggi non credono più alle tradizioni e superstizioni del passato perché la loro formazione culturale gli mostra altre verità.
Lui ha 18 anni e l'anno prossimo andrà a Panama per studiare informatica all'università.
Ringraziamo Lebi e i suoi fratelli per il tempo che ci hanno dedicato e per tutto quello che ci ha raccontato sulle tradizioni Kuna.
"Nuedi Lebi, Panemalo"


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