Sperduto in mari remoti, quasi sotto il tropico del Capricorno, si trova un gruppo di isole della Polinesia Francese conosciuto come arcipelago delle Gambier.
Questo arcipelago è generalmente considerato come separato dal gruppo delle Tuamotu sia per la cultura e la lingua, sia da un punto di vista morfologico, le Gambier infatti sono di origine vulcanica.
Una lunga barriera corallina e un susseguirsi continuo di Motu circonda e protegge il gruppo di isole principali creando una grande laguna di acqua trasparente.
L'arcipelago è composto da 19 tra isole e motu ma solo 4 sono le isole principali: Mangareva, Aukena, Akamaru e Taravai.
Mangareva significa in polinesiano "montagna flottante" infatti vista dal mare è facilmente riconoscibile per le sue due alte montagne il monte Duff (441) e Mokoto (423). Le rive sono bordate da fitte palme mosse dal vento e tutta l'isola è ricoperta da una verde e rigogliosa vegetazione.
Nell'isola di Mangareva si trova la capitale Rikitea che conta 511 degli 872 abitanti dell'isola.Tutti parlano francese, tahitiano e mangareviano (il dialetto locale). Le persone sono sorridenti e molto accoglienti con gli stranieri, regalano verdura e frutta del loro giardino in particolare i loro grossi pompelmi dolci.
Un centinaio di case in legno o in lamiera si sgranano ininterrotte, alcuni edifici ufficiali di cui una gendarmeria, sei drogherie, un'infermeria, una stazione meteorologica e la cattedrale di Sant-Michel.
Rikitea è collegata a Tahiti tramite due cargo, il Taporo ed il Nuku Hau, che arrivano ogni tre settimane con le provviste e con un volo aereo settimanale.
Diversi sentieri nel bosco permettono di attraversare l'isola e di raggiungere le sue due montagne.
La strada asfaltata percorre Rikitea e raggiunge la costa nord estendendosi per pochi Km e lasciando il posto ad una strada sterrata e piena di buche. Gli abitanti di Mangareva si muovono con grosse jeep 4x4.
Passeggiando per l'isola è facile imbattersi in resti di case in pietra o in vecchi monasteri diroccati come quello di Rouru costruito dai missionari nel 1842 nella zona nord-ovest di Mangareva.
La tomba del re Maputeoa è situata nel cimitero dell'isola con la piccola cappella di Saint-Pierre bianca e azzurra costruita nel 1847 in una bella zona panoramica.
Al porto sono ancora visibili i resti delle grandi vasche utilizzate per conservare i pesci che venivano serviti al re con una zona dedicata alle tartarughe che solo il re poteva mangiare.
Oggi la caccia alla tartaruga è vietata.
La laguna è un gioiello di acque di un azzurro e di una trasparenza incredibili.
Sul fondo, grazie al calore e alla purezza di questo mare tropicale prosperano le ostriche che producono le rare perle nere.
Dopo una serie di cicloni che nel 1983 hanno inferito un colpo disastroso alla produzione della copra, le perle nere sono diventate il prodotto più reditizzio dell'isola.
Oggi la Laguna è piena di "ferme perlier" costruite su palafitte che si occupano di allevare e controllare i molluschi.
Qui vengono raccolte ostriche ancora piccole che sono poi immesse in sacche di rete sospese nelle acque della laguna, attaccate a zattere galleggianti. Le ostriche sono periodicamente portate in superficie , pulite e verso i 3 anni sono pronte per l'inseminazione. Tecnici specializzati, per lo più cinesi o giapponesi, inseriscono in ognuna di esse un frammento sferico di guscio nella tasca che secernerà strati di madreperla intorno al corpo estraneo generando così la perla.
L'unica differenza tra le perle naturali e quelle coltivate è che nelle prime l'entrata del corpo estraneo è casuale.
Una volta inseminate le ostriche vengono rimesse in acqua e saranno necessari due anni per poter raccogliere le perle.
Dopo tante miglia percorse eccoci arrivati alle Gambier un vero e proprio Paradiso Terrestre.
Ora non ci resta altro da fare che esplorare queste belle isole cercando di conoscere e capire le persone che le abitano.
L'avventura continua…
Questo arcipelago è generalmente considerato come separato dal gruppo delle Tuamotu sia per la cultura e la lingua, sia da un punto di vista morfologico, le Gambier infatti sono di origine vulcanica.
Una lunga barriera corallina e un susseguirsi continuo di Motu circonda e protegge il gruppo di isole principali creando una grande laguna di acqua trasparente.
L'arcipelago è composto da 19 tra isole e motu ma solo 4 sono le isole principali: Mangareva, Aukena, Akamaru e Taravai.
Mangareva significa in polinesiano "montagna flottante" infatti vista dal mare è facilmente riconoscibile per le sue due alte montagne il monte Duff (441) e Mokoto (423). Le rive sono bordate da fitte palme mosse dal vento e tutta l'isola è ricoperta da una verde e rigogliosa vegetazione.
Nell'isola di Mangareva si trova la capitale Rikitea che conta 511 degli 872 abitanti dell'isola.Tutti parlano francese, tahitiano e mangareviano (il dialetto locale). Le persone sono sorridenti e molto accoglienti con gli stranieri, regalano verdura e frutta del loro giardino in particolare i loro grossi pompelmi dolci.
Un centinaio di case in legno o in lamiera si sgranano ininterrotte, alcuni edifici ufficiali di cui una gendarmeria, sei drogherie, un'infermeria, una stazione meteorologica e la cattedrale di Sant-Michel.
Rikitea è collegata a Tahiti tramite due cargo, il Taporo ed il Nuku Hau, che arrivano ogni tre settimane con le provviste e con un volo aereo settimanale.
Diversi sentieri nel bosco permettono di attraversare l'isola e di raggiungere le sue due montagne.
La strada asfaltata percorre Rikitea e raggiunge la costa nord estendendosi per pochi Km e lasciando il posto ad una strada sterrata e piena di buche. Gli abitanti di Mangareva si muovono con grosse jeep 4x4.
Passeggiando per l'isola è facile imbattersi in resti di case in pietra o in vecchi monasteri diroccati come quello di Rouru costruito dai missionari nel 1842 nella zona nord-ovest di Mangareva.
La tomba del re Maputeoa è situata nel cimitero dell'isola con la piccola cappella di Saint-Pierre bianca e azzurra costruita nel 1847 in una bella zona panoramica.
Al porto sono ancora visibili i resti delle grandi vasche utilizzate per conservare i pesci che venivano serviti al re con una zona dedicata alle tartarughe che solo il re poteva mangiare.
Oggi la caccia alla tartaruga è vietata.
La laguna è un gioiello di acque di un azzurro e di una trasparenza incredibili.
Sul fondo, grazie al calore e alla purezza di questo mare tropicale prosperano le ostriche che producono le rare perle nere.
Dopo una serie di cicloni che nel 1983 hanno inferito un colpo disastroso alla produzione della copra, le perle nere sono diventate il prodotto più reditizzio dell'isola.
Oggi la Laguna è piena di "ferme perlier" costruite su palafitte che si occupano di allevare e controllare i molluschi.
Qui vengono raccolte ostriche ancora piccole che sono poi immesse in sacche di rete sospese nelle acque della laguna, attaccate a zattere galleggianti. Le ostriche sono periodicamente portate in superficie , pulite e verso i 3 anni sono pronte per l'inseminazione. Tecnici specializzati, per lo più cinesi o giapponesi, inseriscono in ognuna di esse un frammento sferico di guscio nella tasca che secernerà strati di madreperla intorno al corpo estraneo generando così la perla.
L'unica differenza tra le perle naturali e quelle coltivate è che nelle prime l'entrata del corpo estraneo è casuale.
Una volta inseminate le ostriche vengono rimesse in acqua e saranno necessari due anni per poter raccogliere le perle.
Dopo tante miglia percorse eccoci arrivati alle Gambier un vero e proprio Paradiso Terrestre.
Ora non ci resta altro da fare che esplorare queste belle isole cercando di conoscere e capire le persone che le abitano.
L'avventura continua…